L'Inter vola, il Milan affonda. La differenza tra le due squadre milanesi è molto più marcata di quanto non dica la classifica attuale, che pure porta alla luce un discreto divario. In campo, tra nerazzurri e rossoneri, la differenza è di 13 punti. Fuori dal campo, a livello di scrivanie, sono minimo 130.

Quanto accaduto nelle ultime ore a Milanello è qualcosa di unico, e non in accezione positiva per il club di Cardinale. Cardinale che, ragionevolmente, farebbe meglio a guardare in casa propria piuttosto che sparlare di bancarotta. Fonseca è stato esonerato e questo è il meno: le modalità con le quali è stato allontanato il tecnico portoghese raccontano molto della gestione scellerata che Ibrahimovic e soci stanno facendo ormai da diversi mesi. Inevitabile il crollo anche a livello di risultati sportivi: lo scudetto ormai è una chimera, ma si è complicata pure la zona Champions. Intanto Conceiçao dovrà incidere subito visto l'impegno in Supercoppa.

Dall'altra parte della città, al contrario, si gode. E lo si fa in maniera del tutto meritata, con buona pace di chi preconizzava un futuro agonizzante per il Biscione. Tra equilibrismi vari e idee brillanti, Marotta e Ausilio hanno timonato il club in acque invidiabili e invidiate, ormai al top anche in Europa. Inzaghi l'allenatore perfetto per il momento storico della società: ambizioso ma umile, feroce nel perseguire risultati però senza dimenticare la fondamentale arte della modestia, intesa come voglia di continuare a imparare senza pensarsi "arrivati". E infatti la sua creatura cresce, si modifica ed evolve. Deluso chi s'immaginava un'Inter sazia e anche un po' svogliata. Deluso pure chi parlava di fine ciclo imminente.

Chiuso un 2024 storico, parte un 2025 che nessuno vuole sia da meno. C'è chi vola e chi affonda.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 31 dicembre 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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