Le due vittore di “corto muso” contro Roma e Young Boys non avranno rubato l'occhio ai puristi del football, ma hanno fornito una bella notizia ai tifosi nerazzurri. L'Inter campione d'Italia e bistellata, ha ancora fame. Fame di vittorie. Probabilmente in questa stagione non assisteremo ad una cavalcata trionfale come quella della scorsa che ha visto la Beneamata tagliare il traguardo con diciannove punti di vantaggio sulla seconda. Però possiamo essere quasi certi che l'Inter lotterà sino all'ultimo minuto dell'ultima giornata di questo campionato per tentare di conquistare il ventunesimo tricolore.

Purtroppo quest'anno dobbiamo registrare alcuni infortuni che nella scorsa stagione ci avevano lasciato in pace. Problemi muscolari, fastidioso dazio da pagare al famigerato calendario superaffollato e anche all'età media della squadra, trent'anni, la più alta della serie A. Il gruppo sembra comunque sempre più coeso, al netto della bontà delle prestazioni è palese come tutti remino dalla stessa parte e pur essendoci sana competizione fra i giocatori per un posto da titolare, non esistono invidie. In partita ognuno gioca per aiutare la squadra e conseguentemente il compagno eventualmente in difficoltà. Questo è un aspetto che a lungo andare farà anche quest'anno la differenza.

Grandi i meriti della società e dell'allenatore nell'inculcare a giocatori di livello internazionale l'etica del gruppo che nello sport, non solo nel calcio, porta a superare difficoltà che altrimenti non lascerebbero scampo. Lo abbiamo visto nella sofferenza del finale della gara dell'Olimpico dove l'Inter, seppur altamente penalizzata dai prematuri infortuni di Acerbi e Calhanoglu, i due leader di difesa e centrocampo, non ha mollato un centimetro sino al novatantaquattresimo per portare a casa la preziosa vittoria firmata da Lautaro Martinez, Capitano dell'Inter, il primo a indicare ai compagni la strada maestra, sia quando è in campo, sia quando è in panchina dopo una sostituzione.

Questa Inter, poi, non intende lasciare nulla di intentato nemmeno nella nuova Champions League. A Berna la prestazione non è stata ottimale, ci sono voluti i titolari nel finale per sbloccare una gara che lo Young Boys, aiutato dal perfido campo sintetico, stava bloccando con merito su un pari che non avrebbe certo soddisfatto la squadra più forte. Ma siccome l'Inter è forte e sa cosa possa succedere in campo in ogni momento delle gare, la partita l'ha vinta all'ultimo respiro grazie al delizioso colpo di tacco di Lautaro, al cross al bacio di Dimarco e al tap-in di Thuram. Gol firmato “Dimarcus” che ha fatto esplodere di gioia i tanti tifosi nerazzurri presenti in Svizzera e i milioni incollati davanti alla Tv.

Nemmeno il tempo di gioire o recriminare per un altro stop, quello di Carlos Augusto, che arriva la madre di tutte le partite, escluso il derby milanese. Domani il Meazza si riempirà come un uovo, nonostante prezzi non certo popolari, per Inter-Juventus, sfida denominata derby d'Italia. Squadre, società e tifoserie da sempre divise da una rivalità che non riguarda solo cose di campo, ma incarna due opposti stili di vita dei club che annoverano il maggior numero di tifosi in Italia. Anche nel cosiddetto calcio moderno che qualche passione la assopisce, Inter-Juve rimane appuntamento imperdibile per il popolo bianconerazzurro e anche per i neutrali che amano le grandi partite.

Domani torna a San Siro da avversario quel Thiago Motta che fu uno dei protagonisti del leggendario triplete interista del 2010, targato José Mourinho. La sfida sarà importante anche per capire chi potrà rimanere nella scia del Napoli capolista, il Napoli di Antonio Conte, altro doppio ex del derby d’Italia. Partita speciale per il Presidente nerazzurro Giuseppe Marotta che, nonostante i lunghi anni di permanenza e vincenti con i rivali di sempre, ci ha messo molto poco ad entrare nelle simpatie dei tifosi dell'Inter per capacità, coerenza e per aver capito dopo un istante dal suo arrivo a Milano, quali siano i valori dell'interismo. E Marotta ha già vinto tanto anche vestito di nerazzurro, mostrando ogni volta gioia sincera, cosa che piace molto al popolo della Beneamata.

Come detto, l'Inter arriva all'appuntamento con qualche assenza eccellente, così come la Juventus. Ma in entrambe le squadre saranno presenti interpreti in grado di marchiare la partita. Non resta che attendere qualche ora per vivere l'ennesima emozione che regala questa sfida. Una sfida che non deciderà il campionato, ma indirizzerà l'umore di milioni di tifosi. L'augurio è che a esultare siano ancora una volta quelli con la maglia a strisce nerazzurre.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 26 ottobre 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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