L’Inter è in finale di Supercoppa Italiana. I nerazzurri di Simone Inzaghi hanno vinto più che meritatamente il confronto con l’Atalanta, in una semifinale terminata 'solo' 2-0 in favore dei campioni d’Italia. Il risultato sta infatti stretto a Lautaro e compagni che avrebbero infatti potuto segnare 3-4-5 gol, senza esagerare. La copertina è andata ovviamente a Denzel Dumfries, che ha segnato persino in cilena, per una rovesciata da 'Holly e Benji' che ricorderà per tutta la sua carriera. Una tiratina d’orecchie invece a capitan Lautaro. Non tanto per i gol sbagliati, perché quello può capitare a tutti, quanto perché sul finire della gara ha cercato l’azione personale senza servire un compagno meglio piazzato. L’importante, come sempre spiegato dallo stesso argentino è che l’Inter vinca, non che X, Y o Z segnino.

Ecco perché al contrario Taremi, che non ha ancora segnato una rete su azione, deve essere lodato, visto che al 90’, a partita chiusa ha cercato l’assist per aumentare le possibilità di marcature delle squadra anziché calciare verso la porta. Se crei occasioni prima o dopo segnerai. È logico, consequenziale e soprattutto vero. Quindi vedrete che il Toro presto insaccherà con regolarità la porta avversaria.

Permettetemi però un plauso, l’ennesimo, per Inzaghi. Il tecnico dei campioni d’Italia oltre ad aver portato l’Inter a giocare un calcio moderno, dinamico e vincente, è dai tempi della Lazio che ogni volta insegna calcio ad un maestro come Gasperini, che resta un ottimo allenatore, attenzione. Ma che ogni qual volta sfida Simone esce malamente sconfitto (e si lamenta dell'arbitraggio). E qualcuno dovrà pure rimarcarlo. Non è un caso insomma che il mister piacentino sia ancora all’Inter e stia facendo la storia a Milano, qualcosa che il suo collega oggi alla Dea non è minimamente riuscito a proporre, visto che è stato mandato via dopo poche partite e nessuna vittoria.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 03 gennaio 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna
vedi letture
Print