Gol, due assist e due legni colpiti. I 92 minuti meravigliosi di Correa a Verona devono far riflettere. Tutti. Nessuno escluso. A partire dai tifosi dell’Inter. Perché fino a pochi minuti prima della partita l’atmosfera attorno alla squadra nerazzurra era grigia. Il motivo? Semplice. Correa titolare 550 giorni dopo l’ultima volta (aggiungeteci anche Asllani in cabina di regia al posto dell’acciaccato Calhanoglu). Eppure in panchina siede un allenatore che ha dimostrato di meritarsi la fiducia dell’ambiente. Se ha scelto di schierare Correa è perché si fida di lui. Noi dovremmo fidarci di Inzaghi e di Correa titolare. Il calcio è semplice, Inzaghi ha sempre ragione. E così è stato.

Il passato conta, ma fino ad un certo punto. Il matrimonio tra Correa e l’Inter è durato forse una sola partita. Sempre a Verona. Ma ora conta il presente. Correa è un giocatore dell’Inter, a disposizione di Inzaghi e ogni volta che è sceso in campo ha dato il suo contributo. Monza, Udinese, Roma e Verona. E proprio a Verona forse è ricominciato il matrimonio. 

Il gol che sblocca la partita è una delizia per gli occhi e fa anche riflettere. Un giocatore come Correa all’Inter serve perché ha caratteristiche simili a quelle delle Sanchez. E allora mettiamo da parte il passato, sosteniamo la nostra Inter, i nostri giocatori, il nostro mister. E sì, anche Correa.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 25 novembre 2024 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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