La sosta non ha riservato nessuna brutta sorpresa all’Inter, che si riaffaccia alla stagione 2024-25, interrotta momentaneamente sul più bello dopo il 4-0 all’Atalanta, facendo visita al Monza. Su quel campo in cui il 7 gennaio 2023, con un 2-2 rocambolesco, gettò via le ultime, residue speranze di lottare per lo scudetto, tre giorni dopo aver imposto la prima sconfitta al Napoli, che poi non si sarebbe praticamente più fermato fino alla conquista del suo terzo titolo nella storia.

Sembra passato un secolo da quel giorno, soprattutto vedendo le traiettorie della prima e della seconda classifica del torneo 2022-23: un anno dopo, i partenopei sono crollati al decimo posto, stabilendo un record al contrario in Serie A per la squadra campione d'Italia in carica. Un risultato così negativo che ha spinto il presidente Aurelio De Laurentiis a fare all-in su Antonio Conte. Il predecessore in nerazzurro di quel Simone Inzaghi che, fallito l’assalto alla seconda stella al secondo tentativo dopo il testa a testa perso col Milan l’anno prima, è riuscito finalmente a portare al trionfo i suoi ragazzi proprio in un derby che è diventato la più classica vendetta da consumare in un piatto freddo. Un finale da film, che peraltro è stato fisicamente realizzato da Filmmaster con il titolo 'Inter, due stelle sul cuore', grazie alla direzione di Carlo A. Sigon con e la collaborazione di Red Joint Film e Inter Media House, per celebrare la splendida cavalcata dei nerazzurri.

Nelle testimonianze dei protagonisti visibili dal trailer si capisce che questa gloria è arrivata in rincorsa, partita da quel famigerato 22 maggio 2022, quando, dopo l’inutile vittoria sulla Samp, i tifosi presenti allo stadio applaudirono i giocatori mentre tutto intorno Milano si colorava di rossonero. Il colpo fu tremendo, tanto che l’Inter ci impiegò mesi a trovare una nuova identità. Non successe in Italia, dove - come sottolineato prima - il gap dal Napoli fu da subito oceanico, ma paradossalmente su scala più grande, in Europa. Lì, complice anche un sorteggio benevolo, arrivato forse a premio di un girone di ferro passato a spese del Barcellona e alle spalle del Bayern Monaco, l’Inter costruì la sua storia verso Istanbul eliminando in serie Porto, Benfica e Milan. Due derby di Champions vinti dopo le delusioni tra 2003 e 2005 che aprirono le porte verso la sesta finale di Champions della storia della Beneamata. Quella contro il mostro finale della competizione, il Manchester City di Pep Guardiola. L’andamento dell’ultimo atto se lo ricordano tutti, l’epilogo figuriamoci… Medaglia d’argento d’onore all’Inter, con i giocatori inconsolabili per aver perso così con i tripletisti ‘solo’ 1-0, quando i pronostici parlavano di goleada. La forte delusione si è trasformata in consapevolezza il giorno dopo quel trauma. Nessun contraccolpo ha potuto fermare una squadra in missione, nemmeno i fantasmi degli anni precedenti: il ko col Sassuolo e il pari subito in rimonta dal Bologna in avvio di campionato sono stati presto archiviati da un gruppo che sapeva di essere destinato a grandi cose. L’obiettivo dichiarato si è trasformato in realtà alle 22.43 del 22 aprile scorso, nella prima stracittadina giocata di lunedì. Pioveva a dirotto quel giorno, ma non era acqua scesa dal cielo quella che rigava il volto di Lautaro. Erano le lacrime di liberazione di un ragazzo che, pur avendo vinto un Mondiale con l’Argentina 16 mesi prima, non poteva sopportare l’idea di un’altra mancata vittoria con il club di cui è diventato capitano e simbolo. Il resto è storia di questi giorni, anzi dei prossimi: Monza-Manchester City-Milan è il triplo impegno in calendario che attende i nerazzurri. Incroci da ritorno al futuro. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 12 settembre 2024 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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