L'Inter non è mai andata in vacanza. Questa l'impressione che si ricava dal precampionato dei nerazzurri e, in particolare, dall'ultima amichevole, quella in teoria più probante. Anche contro il Las Palmas, compagine di Liga spagnola, i campioni d'Italia hanno offerto una prova convincente e convinta, soprattutto nei primi 45 minuti. Eppure in campo, di titolarissimi, c'era il solo Mkhitaryan, accompagnato da Martinez tra i pali, Bisseck, Zielinski, Asllani, Carlos Augusto e Taremi, tutta gente che - almeno sulla carta - dovrebbe partire dalla panchina se domani si giocasse la finale di Champions.

Nonostante ciò, nel primo tempo abbiamo potuto ammirare pressing feroce, giropalla puntuale, scambi ad alta velocità, precionse, rapidità e capacità di andare alla conclusione. Tant'è che il 2-0 finale è sembrato fin troppo avaro per quanto mostrato. Il lavoro paga e Inzaghi può già sorridere. In quest'Inter, non importa che tu sia un titolare o un ragazzo delle giovanili, un nuovo acquisto e uno con la valigia in mano: il rendimento sarà sempre alto e l'identità di squadra ben visibile.

Problemi per gli azzurri reduci da un brutto Europeo? Necessità di lavoro psicologico per rimetterli in pista? Macché. Anche i cinque nazionali italiani, entrati in campo nella ripresa, sono tornati immediatamente ai loro standard, qualcuno finalmente anche nel proprio ruolo (vero Spalletti?). Un'orchestra che funziona anche perché ha piacere a lavorare insieme, come ha svelato il tecnico nerazzurro a fine match.

Eppure, anche in questa situazione, al netto dei soliti bulimici di calciomercato, c'è qualcuno che ha provato a installare l'ennesimo pericolo. "Adesso come farà Inzaghi a mettere in panchina un Taremi così? Sarà un problema il dualismo con Thuram. E Zielinski non toglierà ulteriormente spazio a Frattesi? E l'alternanza Sommer-Martinez darà fastidio all'equilibrio?".

Non si arrendono mai.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 30 luglio 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni
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