Adesso calma. Bisogna stare calmi perché le reazioni di pancia servono a zero. E l'eccesso di emotività nel finale di partita va trasformato, da domani, in energia positiva. Inzaghi l'aveva detto, bisogna rimanere concentrati, abbiamo una responsabilità. E l'unica speranza delle rivali è che l'Inter si senta sazia dopo la scorpacciata indimenticabile della scorsa stagione. Però ora si ricomincia, lo Scudetto numero 20 rimane sulle maglie attuali e nella storia del club, ma ai nastri di partenza tutte le squadre partono alla pari. E dopo Genova, i nerazzurri dovranno già inseguire quelle che dopo la prima giornata non avranno fallito l'appuntamento con la vittoria (non ieri, ben 4 pareggi).

La Genova rossoblu è stata ancora una volta amara per l'Inter di Inzaghi, che non si sa per quale ragione fa fatica a tornare a casa con l'intero bottino. In un modo o nell'altro il Grifone riesce sempre a mettere i bastoni tra le ruote dei nerazzurri e anche all'esordio della nuova stagione la legge è stata applicata. Certo, la squadra di Gilardino ha segnato due reti senza neanche sapere come, così come qualcuno dalle parti di Pegli anche domani si chiederà come i campioni d'Italia non abbiano segnato di più nonostante le numerose occasioni create. Ma sono domande che lasciano il tempo che trovano, perché quello che conta è il finale e la posta è stata divisa. Un successo per i padroni di casa, ai quali al 93' è piovuto dal cielo un rigore casuale, così come il tocco di mano di Bisseck. Ma dura lex, sed lex e il VAR, grande protagonista del tardo pomeriggio ligure, ha espresso l'ultimo, decisivo verdetto. Legittimando la prova tutto cuore dei rossoblu.

Succede che partite così vengano decise dagli episodi, alla fine anche la rete del 2-1 di Thuram lo era stato. Però resta il rammarico per i primi 2 punti lasciati per strada in quella che si preannuncia una lotta Scudetto più competitiva della scorsa. L'Inter ancora non è al meglio, è chiaro. Ai nerazzurri è mancata la lucidità nei momenti chiave, quelli in cui bisogna sfruttare gli errori avversari. Che, a loro volta, hanno fatto esattamente questo: Sommer pasticcia? Gol di Vogliacco. Bisseck tocca con la mano? Rigore firmato in due tempi da Messias (perché in serate come queste dopo la respinta del portiere il pallone resta esattamente lì...). Le gambe sono ancora un po' pesanti, la reattività latita e la testa non è sempre operativa. Anche per questo il miglior centrocampo d'Italia ha potuto contare solo sulle prestazioni all'altezza di Barella e sull'impatto del neo entrato Frattesi. Lautaro ha retto praticamente fino all'ultimo pur essendo l'ultimo a rientrare dalle vacanze. Le fasce non hanno fatto la differenza anche dopo le sostituzioni e in difesa Acerbi ha mostrato qualche passaggio a vuoto. Insomma, poche notizie positive da Marassi, al di là del risultato.

La migliore senza dubbio è stata la prestazione di Thuram. Devastante, al di là della doppietta. Perché il francese è stato un pericolo costante per la difesa del Genoa, che ha fatto tanta fatica ad arginarlo e ha costretto Gollini a più di un intervento salva risultato. Bene, benissimo, quanto intravisto a Stamford Bridge non è stato un fuoco di paglia. Aggrappiamoci a lui fino a quando tutti non saranno al meglio, già da sabato prossimo contro il Lecce al Meazza. 

Ultima disamina emersa dal punto di vista tattico: per tornare in vantaggio a metà ripresa Inzaghi ha proposto Taremi al posto di Calhanoglu, abbassando Lautaro sulla trequarti. La scorsa stagione avrebbe inserito Sanchez in quella posizione, soprattutto considerando la stanchezza del capitano. Una sottile conferma che forse in quella posizione una seconda punta più abituata ad agire tra le linee avrebbe fatto comodo. Proprio il profilo di quel Gudmundsson che l'Inter ha seguito fino all'ultimo, come confermato tra le righe da Marotta, salvo poi arrendersi per mancanza di spazio in rosa per l'islandese. Storia ormai chiusa, anche perché in tutta onestà per battere il Genoa bastavano gli attaccanti a disposizione. E probabilmente l'assenza di Gudmundsson, visto l'andamento della partita, l'ha sentita più Gilardino. Salvo sorprese, avanti con questi giocatori e fiducia in ognuno di loro.

Come ha spiegato il maestro Velasco, non bisogna pensare a ciò che ci manca ma a quello che abbiamo. Parole di un vincente.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 18 agosto 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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