Nonostante a San Siro piovesse e facesse, come si dice in gergo tecnico, un “freddo becco”, è stata una bella serata per l’Inter e per i suoi tifosi. I ragazzi di Inzaghi hanno battuto meritando l’Udinese, mostrando buone trame di gioco e meritandosi soprattutto i complimenti per l’abnegazione e la voglia di fare bene di tutti i suoi interpreti. I nerazzurri sono scesi in campo per vincere, per far vedere le proprie doti e mandare così un messaggio a Simone Inzaghi. Un qualcosa come: “Sì, è vero mister, siamo tutti co-titolari”. Sostanzialmente infatti, nonostante dieci calciatori su 11 fossero delle riserve, o comunque non titolari assoluti, la qualificazione è arrivata in modo meritato, facendo anche divertire gli spettatori, di San Siro.

Una menzione a parte la meritano in tanti. Bisseck, alla prima da centrale che ha mostrato la sicurezza di un veterano, Taremi che in mondovisione ha consegnato ad Arnautovic un regalo anticipato di Natale. E proprio l’austriaco, autore di un pregevole gol e di una prova gagliarda. E che dire di Asllani? Rete su corner a parte, qualcosa che solo chi è dotato di una tecnica sopraffina può anche solo pensare, aveva in precedenza messo in porta proprio l’8 nerazzurro, mostrando colpi alla Calhanoglu e una personalità invidiabile. E allora è proprio da queste partite che si capisce il perché l’Inter abbia rifiutato 25 milioni di euro per lui (la nostra esclusiva, oltre a portare bene al ragazzo, ha fatto il giro del web e quando la notizia verrà nuovamente riportata in futuro, ricordatevi chi l’aveva scritta per prima). Nessuno qui dice che Kristjan sia un campione fatto e finito. E nemmeno che sia al livello del compagno turno. Ma che abbia un potenziale enorme, piedi più che educati e la possibilità di arrivare lontanissimo, assolutamente sì. In ambito internazionale, grazie a Sylvinho e alle partite con l’Albania sta già facendo vedere ottime cose.

All’Inter, per ovvi motivi, non può farlo oggi con continuità, perché davanti ha uno dei migliori registi del mondo. Ma lo stesso Calhanoglu all’età di Asllani mica era così forte, stesso discorso per Brozovic che ne ha fatti di anni discontinui prima di diventare epico. Far bene il mercato significa anche intuire il potenziale di un giocatore e puntare su di lui. Senza però chiedergli la luna. Marotta, Ausilio e Baccin lo sanno benissimo. Ma anche gli altri operatori di mercato, che dal giorno successivo dell’arrivo di Asllani all’Inter lo avevano richiesto. Tempo al tempo. Certe cose uno manco dovrebbe spiegarle, ma talvolta tocca farlo. Poi per fortuna c’è il campo, il solo e unico giudice supremo

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 dicembre 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna
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