L'Inter sembrava da rottamare, mentre Milan e Juventus lanciate verso universi immacolati. Poi, se guardi bene, ti accorgi che la realtà non è esattamente quella che si racconta.

Purtroppo viviamo in un contesto pregno di banalità e superficialità a ogni livello. E il calcio, ovviamente, non può essere un'isola felice. E così è bastato un derby per mettere tutto in discussione. Quel ko nella stracittadina ha insinuato nei tifosi interisti l'idea di una stagione che sarebbe stata balorda per forza di cose. Vittime per lo pià inconsapevoli non solo dell'ovvia emotività del momento, ma anche di un racconto storpiato e reso tossico da chi invece dovrebbe andare oltre.

Per anni ci siamo sentiti dire che il derby di Milano vale solo tre punti e che non si vive solo per quella partita. E invece il 2-1 rossonero ci è stato venduto come pietra tombale dell'Inter tricolore e della rinascita totale della squadra di Fonseca. Tempo 15 giorni e la situazione si è ripristinata a prima del gol di Gabbia. L'Inter ha messo in fila tre successi consecutivi con Udinese, Stella Rossa e Torino, mentre Leao e compagni, dopo i 3 punti con il Lecce, sono scivolati con Leverkusen e Fiorentina. E pure la Juve, dopo aver battuto il Lipsia, è incappata in una frenata inaspettata in casa con il Cagliari.

Insomma, Inzaghi chiude il secondo pacchetto di partite con rinnovata consapevolezza ed entusiasmo crescente. Non tutto va come deve andare, come ad esempio la fase difensiva che ancora soffre di amnesie inaccettabili per il livello dei nerazzurri. Ma è chiaro che la strada maestra esiste, c'è, è bella chiara e non è stata mai abbandonata. Da altre parti, a forza di guardare il bicchiere mezzo pieno, talvolta ci si dimentica di mettere a tavola le bevande. E si resta con la sete. Un derby non basta.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 08 ottobre 2024 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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