Nella definizione del dizionario Treccani, l’asterisco è un "segno grafico a forma di stelletta (*), già in uso nei codici latini e greci, che serve di richiamo a note poste in margine o a piè di pagina, o per indicare lacuna nel testo o omissioni volontarie di nomi che non si vogliono citare".

Nella classifica della Serie A 2024-25, quello messo a fianco al nome Inter, indica la partita contro la Fiorentina dello scorso 1° dicembre, interrotta per emergenza medica al 17’ dopo il malore accusato da Edoardo Bove. Più di due mesi dopo, con condizioni totalmente diverse, le due squadre sono chiamate a portare a termine la sfida del Franchi partendo da una rimessa con le mani. Quella antecedente al gol dei nerazzurri, annullato proprio perché la palla aveva varcato la linea laterale. Lo scherzo del calendario diventa doppio, se si considera che lunedì 10 febbraio si giocherà la gara di ritorno tra le due squadre, quattro giorni in cui si deciderà una fetta importante della stagione dei campioni d’Italia, che si troveranno ad affrontare scenari molto diversi tra loro nel giro di poche ore. Se stasera, complice il regolamento della Lega Serie A relativo alla compilazione delle distinte, Raffaele Palladino avrà a disposizione solo 14 effettivi, al netto di recuperi last minute, nel Monday Night di San Siro potrà attingere dalla lista dei nuovi arrivi dal mercato, pur dovendo rinunciare allo squalificato Pietro Comuzzo (Simone Inzaghi non avrà per lo stesso motivo Denzel Dumfries). Un affare, per l’ex Monza, perdere solo per una giornata il suo leader difensivo, visto l’assalto respinto del Napoli. Già, il Napoli, spettatore interessato di tutto quello che succede in casa nerazzurra. nonché spettatore passivo nel mercato invernale, dal quale è uscito con un Khvicha Kvaratskhelia in meno e un Noah Okafor in più preso prima del gong dopo una serie di trattative saltate nel tentativo di trovare un sostituto degno dell’asso georgiano.

Postille di una stagione che ne ha a bizzeffe: da agosto c’è chi si lamenta dei mancati acquisti, chi dei torti arbitrali, chi delle gare da recuperare e chi del modo in cui vengono recuperate. Armi psicologiche in uso per cercare di togliersi di dosso la pressione e per metterla sulle spalle di qualcun altro, che sia l’avversario o l’arbitro. In questa strategia vecchia come il calcio, tifosi e giornalisti cavalcano l’onda, pronti a farsi guerra a colpi di alibi, accusando di vittimismo chi siede dalla parte opposta della barricata. Non un bello spettacolo, al contrario di quello che stanno offrendo in campo Inter e Napoli, protagoniste di un avvincente duello scudetto, ognuna con le risorse di cui dispone per contingenze diverse. C’entra la situazione economico-finanziaria dei club, c’entra il fatto che una partecipa a tutte le competizioni e l’altra solo al campionato. Ma il punto è questo: è così difficile stabilire la bravura, per esempio, di Antonio Conte, senza togliere i meriti a Simone Inzaghi? Sembra di sì, anche se ballano appena tre punti o forse zero dopo 23 giornate. Un bottino figlio di due percorsi diversi ma ugualmente straordinari. Inutile tirare in mezzo il decimo posto di un anno fa o la Super Champions League del presente quando le variabili sono così impazzite e continuano ad aggiungersi di giornata in giornata. Inter e Napoli sono grandi squadre che stanno correndo contro loro stesse per raggiungere uno stesso obiettivo, e non importa se qualcuno lo dichiara pubblicamente e qualcuno ci gira intorno. A questo punto della stagione, nessuna delle due può sottrarsi al suo ruolo di contendente per il titolo di campione. Non c’è asterisco che tenga.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 06 febbraio 2025 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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