Follia totale nel post-partita di Atalanta-Inter. Ma totale davvero. E sì che in questi ultimi tempi stiamo facendo l'abitudine a qualsiasi tipo di aberrazione comunicativa, ma quanto ascoltato dopo il match di Bergamo rappresenta forse la vetta più alta mai raggiunta a livello di porcheria mediatica.

Cosa è successo? È successo che l'Inter ha vinto e questo, evidentemente, scoccia parecchio a più di qualcuno. L'Inter ha vinto strameritando, battendo l'Atalanta sul suo terreno, quello del pressing asfissiante, del ritmo, della caparbietà e della verticalità. Inzaghi vs Gasperini 8-0: una serie infinita, con l'ultimo gol siglato dai bergamaschi che risale al novembre 2023, frutto peraltro di un fallo evidente di Lookman su Dimarco. Tanto per dire.

Primo tempo in equilibrio, con prevalenza interista. Secondo tempo di marcata supremazia dei campioni d'Italia, capaci di sbloccare subito il tabellino con Carlos Augusto, di mettere la museruola a uno degli attacchi più prolifici d'Europa e infine di chiudere la contesa con Lautaro, prima del maxi-recupero dovuto al malore sugli spalti di un tifoso interista.

Nel mezzo, i rossi per Ederson, Gasperini e Bastoni. In particolare, contesta ovunque quello recapitato sotto il naso del brasiliano, che prima manda Massa a quell'altro paese 3-4 volte e poi lo applaude ripetutamente, tutto in modo troppo plateale per far finta di non vedere. Eh già, perché secondo moviolisti, ex arbitri, analisti, ex calciatori, giornalisti e compagnia, il direttore di gara avrebbe dovuto utilizzare "il buon senso", "far finta di nulla", "capire il momento", "ricordarsi fosse una partita di cartello", "girarsi dall'altra parte".

"Girarsi dall'altra parte". E lo dicono a cuor leggero, come fosse la cosa più normale del mondo. Piegare letteralmente il regolamento non si sa bene in nome di quale divinità morale. La chiamano giustizia. Io la chiamo omertà. "Girarsi dall'altra parte". Sì, esatto. Ma dovreste farlo voi. Per la vergogna.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 marzo 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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