"Quiero quedarme aquí"  "¿Como?"  "Sí, Como". Se fossimo in uno sketch degli Scottecs di Sio, questo sarebbe un modo spiritoso per riassumere le ultime novità sul futuro di Nico Paz. Che con sommo dispiacere dell'ambiente nerazzurro, dove sono tutti concordi sul fatto che sia degno di vestire la maglia dell'Inter, appare destinato a rimanere ancora una stagione su quel ramo del lago, come direbbe Alessandro Manzoni.

Una riunione tecnica a Madrid e le recenti dichiarazioni del padre Pablo vanno tutte in questa direzione. Non c'è fretta dunque di sradicare il talentuoso 20enne dal terreno sapientemente coltivato da Cesc Fabregas, dove sta venendo su che è una meraviglia e promette frutti gustosi, che a raccogliere potrebbe essere il Real Madrid negli anni a venire. Il pressing di Javier Zanetti e della dirigenza di Viale della Liberazione in generale non pare aver dunque scalfito le intenzioni del diretto interessato, della società lariana e delle Merengues. Quindi?

Ovviamente siamo ancora a fine marzo e molta acqua deve ancora passare sotto i ponti, le situazioni e le convinzioni cambiano in un battito di ciglia in base agli avvenimenti e chissà che alla lunga Nico non si convinca che la vetrina europea dell'Inter non possa che fargli bene per continuare a crescere. Già, chissà. Di certo sarebbe un peccato non riuscire a mettere le mani su questo gioiello già abbondantemente all'altezza del calcio italiano e con margini di evoluzione notevoli. Ma se questo fosse un finale già scritto, più che mettersi le mani nei capelli è più saggio mettersi il cuore in pace, andando a valutare altri profili.

Alla fine il mare è pieno di pesci e bisogna anche sapersi muovere con una canna (da pesca) tra le mani. Pensiero stupendo: e se invece di andare a cercare altrove non si tornasse a pensare a quel giovanissimo talento che a causa di un brutto infortunio è inopinatamente uscito dai radar? Va bene che da settimane ritornato a lavorare ad Appiano Gentile, ma mediaticamente in tanti si sono dimenticati di Valentin Carboni, che per certi versi ricorda proprio Nico Paz: origini argentine, figlio d'arte, sei mesi di differenza, fisico molto simile, piede mancino, predisposizione al dribbling e al tiro, in linea generale offensiva, assai quotato nel proprio Paese dove comunque ci si lascia andare troppo facilmente a facili entusiasmi.

Poi ci sono le differenze. Sostanziali. Nico Paz dopo quasi una stagione di Serie A ha dimostrato di esserci comodissimo, con lampi di talento ed educazione tattica non da poco. Merito anche dell'ottimo lavoro svolto da Fabregas. Valentin Carboni si è invece dovuto rassegnare a guardare le partite dalla TV dopo la rottura del crociato a inizio stagione, quando da bravo studente stava apprendendo le nozioni di Roberto De Zerbi per poi tornare più pronto a Milano o portare in dote una quarantina di milioni in caso di acquisto da parte del Marsiglia.

Ecco, il crudel fato ha messo ai margini il figlio di Ezequiel, spingendo gli sguardi nerazzurri sul figlio di Pablo. Le famose sliding doors. Quelle che inizialmente sembrano danneggiati ma che alla lunga possono mostrarti universi alternativi persino migliori del tuo. Molto dipenderà dal recupero fisico del canterano, che a quanto pare andrà al Mondiale per Club con l'Inter, occasione enorme per riallacciare quel filo bruscamente interrotto a causa di quell'infortunio.

Oggi Nico Paz sembra proprio di un altro livello, perché in questi mesi in campo c'è stato e ha potuto dimostrarlo. Però rispetto a Valentin ha un difetto enorme: è di proprietà del Real Madrid e il Como, che ha soldi e ambizioni, vuole tenerlo. Se la dirigenza dell'Inter non vorrà pestare troppi piedi o essere il classico terzo incomodo rovina famiglie, che guardi all'interno della propria. Potrebbe ricordarsi di avere tra le mani un gioiello che chiede solo un'opportunità.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 marzo 2025 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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